Spesso noi adulti siamo spaventati davanti alla rabbia dei bambini. Non sappiamo cosa fare. Ci sentiamo disarmati. A volte interveniamo urlando più di loro o minacciando varie punizioni, entrando in un vortice che non aiuta noi adulti, tanto meno i bambini. In altri casi esordiamo con esclamazioni del tipo: "Non devi essere arrabbiato!" Questa frase non solo è inutile, ma da un messaggio negativo al bambino: non sei ok se provi questa emozione. Così il piccolo tenderà ad associare questa emozione ad una connotazione negativa.
Ogni bambino ha diritto a provare l'emozione che prova! Al pari delle altre emozioni, anche la rabbia è funzionale ed è indice di uno sviluppo sano e armonioso del bambino. L'adulto è chiamato ad accogliere tutte le emozioni del minore. Non è sbagliata la rabbia, magari non è funzionale il comportamento che scaturisce da questa emozione. Il genitore, l'educatore deve aiutare il bambino a comprendere questa emozione, capire cosa la scatena, qual è la causa.
In una relazione di fiducia, dove il bambino si sente protetto, al sicuro, l'adulto si sintonizza sull'emozione del figlio. la frase:" Sei arrabbiato, ti capisco" legittima il bambino a provare quell'emozione. In questo modo l'adulto aiuta il bambino a riconoscere l'emozione, a darle un nome. Capire poi, da dove parte, e, all'interno di questa relazione di fiducia, permettere al piccolo di sperimentare e trovare soluzioni funzionali.
Quindi accogliere l'emozione e lavorare insieme per trovare risposte efficaci e funzionali. Non calate dall'alto perchè sarebbero inutili.
Spesso i genitori mi chiedono quando iniziare a lavorare sulla rabbia. Possiamo iniziare molto presto. Maria Montessori parla di "periodi di sensibilità". da 0 a 6 anni i bambini vivono delle "finestre di opportunità", momenti in cui hanno un'abilità innata di imparare e acquisire competenze; questa è l'occasione per insegnare loro a comprendere e gestire le emozioni.